Non c'è sbronza o stronza che tenga: quando l'amore per il Messina chiama, un vero tifoso risponde senza pensarci due volte. La birra della scorsa notte ti condanna a rimanere avvinghiato tra le coperte fino a tarda mattina, sei in piedi giusto il tempo di recuperare condizioni umane ma il ritardo rispetto alla tabella di marcia è d'ordinanza. Biglietto, zuccotto di lana british e impermiabile per sfidare anche la pioggia che (stranamente) non arriverà. Tappa Doc15 e pasta al forno, ora ci siamo davvero. Eccoci al Franco Scoglio con un grazie per il parcheggio gratuito.

Si lamentano da anni per l'assenza di una società, per una squadra che non lottava, per un Messina che non era quello vero. Adesso le scuse sono finite! Eppure sugli spalti non siamo moltissimi, in curva intorno ai mille e cinquecento. C'è chi ha preferito la scampagnata con la fidanzata, chi sabato sera è andato a ballare e non se la sentiva, chi a tavola aveva il sughetto di carciofi della nonna, chi sostiene di non avere credito ma poi si spara 50 euro a weekend tra cene e bollette: alibi inimmaginabili fino a qualche anno addietro. Quel che è tragico è che non parliamo dei diffusi “occasionali”, ma di persone che ancora oggi dicono di amare e vivere di Messina, che abbiamo visto crescere con noi e con la biancoscudata. Cosa sia successo è difficile da spiegare, eppure è così. Dopo il pienone per il derby con il Catania i gradoni si svuotano nuovamente, non premiando gli sforzi di chi con una dose alta di imprudenza ha azzannato la sorte per salvare l'Acr. Forse ancora più grave, non dando continuità ad un rapporto che giuravano di volere recuperare, quello con la propria originaria e unica fede calcistica.

Chi c'è...si stringe, saluta qualche amico di vecchia data e si interroga proprio su questi temi, parlando delle assenze illustri e rievocando, come purtroppo tristemente ci siamo abituati a fare, tempi diversi, tempi forse migliori. Non solo per i risultati che generavano entusiasmo ma anche e soprattutto per il clima da sogno che rendeva il calcio magico oltre i limiti caratteristici dello sport.

Il campo ricorda che c'è Messina-Monopoli, partita da vincere a tutti i costi per la lotta salvezza. Sul “gradino” si sta larghissimi ma l'atmosfera sembra quella giusta. Un'abbuffata in compagnia è fantastica, ma anche una cenetta tra pochi intimi può regalare emozioni più che piacevoli...si canta e ogni altro pensiero fugge via. Malto e pranzo generano un'energia esplosiva, forse anche troppo, ma non si può mollare proprio adesso che i ragazzi in campo hanno iniziato a dar battaglia. Il Monopoli parte meglio, sappiamo che non sarà facile. Il nostro obiettivo è chiaro e lo striscione che campeggia nella Sud mostrando le spalle al rettangolo verde è chiaro: “SOSTENIAMOLA!”.

Creiamo, segnamo, festeggiamo. Meglio di così...capatina al telefonino per scoprire che purtroppo dagli altri campi non arrivano buone notizie. Urge esclusivamente stringere i denti e portare a casa i tre punti. Nei momenti cruciali nei quali la squadra sembra soffrire la voce spicca ancora più aggressiva ed ogni secondo che passa ci fa sentire più forti. Il controllo della partita di fronte ad un avversario che non pare lucidissimo non alimenta la sicurezza, così gli ultimi istanti sono vissuti con trepidazione. Tre fischi, sorrisi e abbracci. Squadra sotto la curva guidata dal condottiero Luc: naranananarana narannanarannanaranna narannanaaaaa narananaaaaa naranananana....e si viaggia! Il Messina siamo noi, quelli che #cisonosempre, oggi più orgogliosi che mai.

Sezione: Dimensione curva / Data: Mar 07 marzo 2017 alle 00:03
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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