L'argomento riguardante la gestione degli impianti sportivi è tornata in auge nella nostra città a causa delle vicende legate all'affidamento dello stadio "Franco Scoglio". Ma la realtà è molto più ampia e riguarda non solo i campi dal calcio, ma anche gli impianti di atletica e i palazzetti della nostra città, specchio di quanto accade spesso anche nel resto della nazione. Un problema di mentalità, oltre che burocratico e amministrativo, di un certo livello, come si evince dalle parole che Giuseppe Anastasi, figura di spicco della Fratelli Anastasi srl, affida alla pagina provinciale dell'Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili. Un video in cui, raccontando una vicenda personale, spiega bene il suo punto di vista sulle differenze tra l'Italia e l'estero: "Per un certo periodo sono stato all'estero a vedere determinate realtà. Si è pensato che anche da noi, in Italia, si potesse fare una cosa che, ad esempio, in Francia è molto attuale: il campetto del quartiere, anche polivalente, libero e in cui ognuno può andare a giocare con il proprio figlio, o in gruppetti e cose simili. In uno di questi giri, insieme ad altri, ne abbiamo visto uno in cui c'era un papà che giocava con il proprio figlio a calcio. Noi siamo arrivati e lui subito, molto educatamente, ci ha chiesto se volessimo giocare e ci siamo uniti a loro. Per fare questo ci deve essere un grande spirito di collaborazione e purtroppo penso che qui non sarebbe così".

Un aneddoto, quello raccontato da Anastasi, che lo porta a sottolineare la differenza di approccio tanto degli utenti quanto delle amministrazioni, con regole da cambiare riguardo la gestione degli impianti stessi: "Secondo me bisogna dare a terzi la gestione dell'impianto. Impossibile pensare ancora che un impianto possa essere gestito da un'amministrazione provinciale o comunale che sia, perché occorre gente specializzata a fare questo e non ci si può improvvisare". Un'idea che nasce dall'esperienza personale con la sua azienda, che progetta e realizza impianti sportivi sia in Italia che all'estero, e dallo studio di altre realtà, in questo caso proprio nazionali: "Noi, insieme ad un altro collega, abbiamo rifatto la pista d'atletica a San Benedetto del Tronto. La pista è gestita da una società sportiva dilettantistica radicata sul territorio ed organizzata, che chiaramente ha avuto una sovvenzione da parte del Comune. Ogni anno funziona così, cioè gli danno la gestione e una parte dei fondi, perché il ragionamento è semplice: se dovessi gestirla io, amministrazione comunale, dovrei spendere dei soldi, non posso pretendere di darlo a te e tu paghi me per gestirla. Quindi io, amministrazione comunale, ti dico che invece di spendere 100 per gestirla direttamente, te ne do 20 e gli altri 70-80 devi metterli tu affidatario, riconoscendomi dei risultati, da monitorare costantemente".

"Secondo me", conclude Anastasi, "questo è l'unico sistema possibile. Gli impianti sportivi possono essere una grande risorsa se vengono gestiti bene, a patto che vengano assegnati a chi ha capacità manageriali e svolge una attività sportiva realmente presente e con tradizioni radicate e non in base ad amicizie o simpatie. Si ridurrebbero molto le spese per l'amministrazione pubblica e sarebbe una cosa notevole".

Impianti sportivi: tra estero e Italia - Giuseppe Anastasi

Impianti sportivi: come si gestiscono all'estero e come potrebbero gestirsi in Italia. La parola ancora al nostro associato Giuseppe Anastasi

Pubblicato da ANCE Messina su Giovedì 13 maggio 2021
Sezione: Fuori Campo / Data: Gio 20 maggio 2021 alle 15:09
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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