Il Messina ritorna in campo dopo la solita estate fatta di polemiche, voci, contestazioni, incomprensioni, un loop negativo che si ripete quasi da 20 anni senza distinzioni di proprietà.
LO SCOGLIO GELIDO - Un esordio così freddo si era visto poche volte, però, perché fa male vedere una curva senza i tifosi organizzati, quelli che stanno sempre accanto ai propri colori, 38 partite su 38 se il campionato è a 20 squadre. Il segnale di un rapporto ormai definitivamente conflittuale tra Pietro Sciotto e la parte più sanguigna e viscerale dell’ambiente calcistico messinese, che molto difficilmente potrebbe essere ricomposto, data la profondità del solco scavato in questi ultimi 7 anni, tranne rarissimi periodi di tregua armata. Servirebbe un momento di confronto, anche aspro, tra le parti coinvolte, magari con una figura istituzionale che possa fare da mediatore e garante, come avvenuto in altre piazze, anche molto calde, ma le dinamiche patologiche incistate nel mondo che gravita attorno al calcio dalle nostre parti, purtroppo catalogano questa ipotesi nel campo delle utopie, quindi bisogna prendere atto della situazione e parlare solo del campo, in attesa di capire realmente che direzione prenderà l’assetto societario.
UNA VITTORIA SFUMATA - La gara di ieri sera con il Potenza potrebbe sembrare la fotocopia dell’esordio casalingo nella scorsa stagione contro la Turris, visto la medesima girandola di emozioni e un risultato finale (con i corallini fu 3-3) maturato nei minuti di recupero, ma le analogie si fermano qui, perché questo Messina è stato costruito per consentire il massimo margine di azione possibile al tecnico che ha l’arduo compito di plasmare una squadra composta da tanti giovani, provando ad allenarli anche alla duttilità. Una sfida difficile e rischiosa, il cui esempio plastico è nello schieramento iniziale impostato da Giacomo Modica (voto 6,5 per ieri), che si inventa un 4-3-3 rieditabile in 4-5-1 quando la palla è in possesso del Potenza, mettendo, però, come laterali offensivi, due elementi adattati anche in modo forzato, facendo leva sullo spirito di sacrificio e sulla voglia di emergere dei protagonisti coinvolti.
GIOVINEZZA: GIOIE E DOLORI - Il Potenza approfitta di questo assetto ardito nei primi 20 minuti, durante i quali riesce a costruire in modo disinvolto la manovra offensiva, senza rischiare nulla, ma il gol del vantaggio arriva dopo un paio di azioni costruite con criterio dal Messina, approfittando di un calcio piazzato e dell’istinto da bomber di Caturano. In questi primi 45’, gli uomini di Modica denunciano alcuni difetti legati alla scarsa esperienza a questi livelli dei propri giovani, ma proprio l’entusiasmo e l’incoscienza sono il carburante che consente di vedere una squadra trasformata e, a tratti, dominante nella seconda parte di gara, durante la quale arrivano tre gol e l’impressione di poter portare tranquillamente a casa la prima vittoria stagionale. Purtroppo, le defezioni dei due centrali difensivi proprio nei minuti di recupero, hanno portato al pareggio, ma, con un paio di innesti sostanziosi e peso carismatico in rosa a centrocampo e in attacco, questo Messina può diventare una realtà interessante del campionato.
LE SCOPERTE - La palma di migliore in campo non può che andare a Gennaro Anatriello (8), due gol di ottima fattura, anzi tre senza il solito assistente con VAR incorporato, ad impreziosire una prestazione di spessore anche quando la squadra soffriva e lui correva su ogni pallone creando comunque pensieri alla difesa avversaria. Il ragazzo napoletano classe 2004 di proprietà del Bologna si è presentato bene, adesso sta a lui confermarsi nelle prossime partite per diventare un punto di forza di questo Messina e dare l’impulso decisivo alla sua carriera.
Intanto, gli tocca ringraziare il compagno autore di due assist perfetti, il 21enne Leonardo Pedicillo (7,5), al suo esordio tra i professionisti dopo una carriera passata a girovagare nei settori giovanili di Sampdoria e Spezia, con una fermata anche in Spagna, a Malaga. Due volte era passato da Messina nella scorsa stagione, subendo altrettante bocciature dopo un periodo di prova, adesso, dopo aver conquistato la maglia giallorossa, Modica gli dà massima fiducia schierandolo tra i titolari 80’ in una posizione inusuale per le sue caratteristiche da trequartista. Lui non si scompone, supera qualche piccola timidezza iniziale per poi tentare la conclusione, inserirsi con sempre maggiore autorità nel fraseggio offensivo, fare il motore e il terminale ideale nella fase di impeto e furore sciorinata dal Messina in avvio di secondo tempo. Caparbio e astuto il tocco sul primo gol approfittando della incertezza di Novella, in bello stile e preciso l’assist per il 2-1, dimostrando un campionario di buon livello, da verificare durante il proseguo della stagione.
LE CONFERME - Damiano Lia (7) conferma di avere ritrovato la piena efficienza fisica dopo il calvario passato con la caviglia nella scorsa stagione, controllando con autorità la fascia di competenza, sia da terzino che, nell’ultimo periodo di gara, quando si trova in posizione più avanzata. Altro elemento cardine su cui sicuramente fa affidamento totale Giacomo Modica è Giulio Friesenna (6,5), schierato ieri sera come esterno offensivo, ruolo non adatto alle sue caratteristiche, ma il talento catanese si applica, sacrificandosi anche in altre zone del campo quando la palla ce l’ha il Potenza, dando comunque un buon contributo alla causa.
Apporto importante anche quello di Vincenzo Garofalo (6,5), che prova ad inserirsi pericolosamente dalle parti di Cucchietti, spreca una ottima chance nel primo tempo, sfiora il palo nel secondo di testa su corner, prova a mettere legna a centrocampo durante tutta la gara, rispettando le aspettative riposte su di lui quale elemento di esperienza e sostanza.
Stesse caratteristiche attribuibili a Francesco Rizzo (6,5), giunto da poco a Messina ma già a suo agio come centrale difensivo, attento, misurato negli interventi, determinante quando si tratta di leggere gli inserimenti avversari.
RIVEDIBILI, CON FIDUCIA - Prova non totalmente convincente, invece, per Domenico Anzelmo (6,5), perché fa vedere di avere un buon potenziale, ma anche la personalità giusta per provare le giocate più difficili, sbagliarle e poi continuare a lavorare con dedizione senza risentire dell’errore (per questo merita mezzo voto in più rispetto alla sufficienza). Questo ragazzo ha qualità per poter diventare protagonista e un reale patrimonio per questa società, magari potrà crescere con meno assilli avendo accanto un elemento più esperto che possa alternarsi con lui, facendogli, nello stesso tempo, da tutor in mezzo al campo.
Il ballo dei debuttanti continua con Manuel Di Palma (6), impacciato e fuori misura nei primi 45’, percorso dal sacro fuoco quando il Messina riesce a ribaltare la gara nel giro di 5’, e lui ci mette fisico, cattiveria agonistica e lettura dei tempi di gioco. Subisce una botta ed è costretto a lasciare il campo, ma anche lui dovrà essere rivisto e prendere fiducia. Lino Ortisi (6) svolge il compitino in modo diligente, limitando le scorribande in avanti, ha la responsabilità di farsi sorprendere fuori posizione in occasione dell’azione che porta alla punizione da cui scaturisce il beffardo gol del pareggio.
I PUNTI DEBOLI - In questa situazione, però, la massima responsabilità ricade sul capitano Marco Manetta (5), già in ritardo sul colpo di testa che porta al vantaggio lucano nella copertura su Caturano, ingenuo nel fallo che porta alla prima ammonizione e improvvido nella seconda che porta all’espulsione proprio quando la sua presenza era indispensabile durante il forcing finale di un avversario abbastanza alle corde dal punto di vista fisico. Il buon Marco sa di avere sbagliato e adesso saprà rimettersi in riga dopo lo stop per squalifica.
Infine, resta, tra i titolari di serata, l'analisi della prestazione del portiere Flavio Curtosi (5), penalizzato dal tentativo di uscita sul cross che porta al gol di Caturano, troppo goffo e in ritardo, dalle incertezze nel controllare il pallone su tiri abbastanza telefonati e anche da qualche errore di troppo quando bisognava giocare con i piedi. Il ragazzo classe 2004 ha buone capacità tecniche, ma è limitato dal fisico e non riesce sempre a sopperire con la buona personalità in suo possesso. L’acquisto di Krapikas mira proprio a consentirgli di maturare con tranquillità.
I SUBENTRATI - Tra i cinque subentrati dalla panchina, solo due possono essere valutati, e cioè Giuseppe Salvo (6,5) e Blue Mamona (6). Il primo entra bene nel ritmo partita, portando all’attivo un miracoloso salvataggio difensivo e un assist vanificato dal suo millimetrico dubbio offside, e una sola incertezza nel controllo di un facile pallone in mezzo alla propria area. Il pesarese mette a disposizione le sue doti di corridore, ma anche qualche bella apertura sul fronte opposto, ponendo una seria candidatura a un maggiore minutaggio nel prossimo futuro.
Diciassette minuti in campo (recupero compreso) per Pierluca Luciani, durante i quali incide poco, pur sacrificandosi nel compito di tenere alta la squadra, solo 9’, invece quelli concessi a Simonetta, abbastanza anonimi, e Ndir, purtroppo coinvolto nella distrazione difensiva in occasione del pareggio in extremis del Potenza. Nessuna valutazione per questo terzetto, anche, se, in questo caso, li accomuna la considerazione che dovevano dimostrare maggiore decisione e caparbietà in un momento decisivo del match.
TESTA A CERIGNOLA - Messo in archivio il primo impegno di campionato, incombe, venerdì prossimo, l’esordio in trasferta sul campo del Cerignola, compagine costruita per recitare un ruolo da protagonista assoluta, già autrice di una vittoria prestigiosa a Biella contro la Juventus Next Gen. Per il Messina sarà la prova del nove con l’intento di confermare quanto di buono fatto vedere ieri sera, in attesa di capire realmente quale potrà essere in ruolo dei giallorossi in questo campionato, dentro e fuori dal campo.
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