Più che una conferenza stampa, è stato un incontro tra lo staff tecnico del Messina, una folta rappresentanza di calciatori, il ds Domenico Roma e i cronisti, convocati con qualche messaggio sul telefonino, per chiarire in modo netto, ai tifosi e alla città, la posizione di coloro i quali vestono la maglia biancoscudata e hanno il compito di onorarla sul campo.

Un comportamento limpido e coerente rispetto a quanto dimostrato, in questo mese, dal gruppo costruito di sana pianta dopo il mercato invernale, che, in 4 partite ha collezionato 6 punti, con un atteggiamento combattivo, fisicità e tecnica adatti a fare l’impresa di rimontare da una posizione di classifica mortificante.

“Vogliamo garanzie da parte della società entro 48 ore”. Tradotto in parole povere, soldi sul conto corrente e pagamento dei contributi e ritenute scaduti il 17 febbraio a mezzanotte, per limitare al minimo sanzionabile (probabilmente 2 punti) la penalizzazione in classifica.

“Non possiamo tollerare che i nostri sforzi in campo, contro dirette avversarie o squadre più forti e attrezzate, vengano vanificate dai mancati pagamenti e dalle relative penalizzazioni” Una reazione alla notizia, trapelata ieri pomeriggio, dell’assenza di fondi sufficienti sul conto corrente dell’Acr per saldare i contributi previdenziali e le ritenute fiscali relative alle mensilità di novembre-dicembre-gennaio, arrivata ai giocatori in tarda serata.

“In quel poco tempo, qualcuno tra i più anziani del gruppo aveva anche pensato di autotassarci per arrivare alla cifra necessaria. È impensabile perdere punti per poco più di centomila euro. Questo gruppo non ha pensato per un attimo alle nostre pendenze future, ma siamo esclusivamente concentrati sul nostro obiettivo. Non vogliamo più occuparci di questioni finanziarie riguardanti il club, ma mettiamo in chiaro subito la nostra posizione, nell’immediatezza dei fatti, in modo che non ci siano incomprensioni con i tifosi e con la città”.
Un senso di appartenenza raro in una squadra di calcio, oltre i pregiudizi e le etichette appiccicate a chi è professionista in questo sport popolarissimo, visto da tanti come un mercenario esclusivamente attaccato ai soldi. Negli occhi dei ragazzi presenti nella sala stampa “Mino Licordari” si vedeva la voglia di superare tutti insieme questo momento.

“Noi non molliamo di un centimetro, ma vogliamo la gente di Messina accanto a noi. In queste settimane abbiamo visto quanto i messinesi tengano realmente alla loro squadra di calcio, il gol di Garofalo con il Latina è arrivato grazie alla spinta del pubblico e, da quel momento, non abbiamo mai temuto di non vincere quella partita. Abbiamo bisogno del loro appoggio per poter superare le difficoltà e ottenere l’obiettivo finale. Chi ci mette i bastoni tra le ruote, per noi, non esiste.”  Un appello chiaro, fatto con la dignità e l’orgoglio di un allenatore, un direttore sportivo e una rosa di calciatori insieme da poco tempo, ma che vorrebbero avere, in mente, soltanto il campo e l’impresa sportiva da portare a termine.

Un grande esempio di appartenenza, attaccamento alla propria passione diventata lavoro, oltre che grandissimo rispetto per tutti coloro i quali vedono il Messina come una fede o come uno strumento unico di coinvolgimento popolare.

Ci sarà un amministratore o un socio dell’Acr Messina, ci saranno politici, imprenditori, semplici cittadini o tifosi in grado di rispondere presente a questa dimostrazione di affetto nei confronti della nostra città?

Ci sono solo poco meno di 48 ore per rispondere, e poi, lunedì, una partita da giocare e vincere, tutti insieme.

Sezione: Acr Messina / Data: Mar 18 febbraio 2025 alle 21:35
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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