Si cercavano conferme, dopo la splendida prova di Caserta, ed il Messina ha dato una risposta chiara, da tre punti, contro una delle squadre migliori di questo campionato, il Taranto guidato in panchina da Ezio Capuano, anche se ieri il "totem di Pescopagano" sedeva in tribuna per squalifica. Una partita molto equilibrata, decisa grazie a un’azione che sembra la sintesi del momento biancoscudato, dopo un doppio scambio Rosafio-Emmausso-Salvo, cross non eccelso dal fondo, trasformato in oro da Plescia e finalizzato con un tocco rapace di Zunno.

Ricerca della giocata, caparbietà, determinazione sotto porta: questi gli ingredienti che hanno portato il Messina ad ottenere la quarta vittoria nelle ultime sette partite, che, grazie anche ai due pareggi, con una sola sconfitta, fruttano 14 punti, una media di 2 a gara che, se mantenuta per il prossimo ciclo di 7 match, porterebbe ad un passo dalla salvezza matematica con ancora la parte finale del torneo, quella più insidiosa, da affrontare.

I CONTI PREMATURI - Non è il caso di fare tabelle, ma vale la pena sottolineare l’aspetto positivo della continuità di rendimento acquisita a partire dal mese di dicembre. Merito di tutto il gruppo squadra, ma anche della società che ha creduto in questo progetto tecnico e adesso deve continuare su questa strada, rafforzando l’organico con gli ultimi innesti e qualche operazione in uscita.

RISCATTO E CORAGGIO - Era l’occasione di riscatto anche per Giacomo Modica (voto 7), perché il confronto con il Taranto, all’andata collocato nel mese di ottobre denso di impegni, venne steccato in modo clamoroso anche per degli errori di valutazione da parte del tecnico e, adesso, fa onore al mister riconoscerli, come ha fatto in sala stampa ieri pomeriggio. Bene, quindi, l’aspetto della comunicazione, che comunque ha un suo peso, ma il fattore più incisivo nella gestione del match da parte del tecnico è stato il coraggio nel mantenere l’assetto tattico di Caserta, il 4-2-3-1, pur con le assenze di Firenze e Franco perni del centrocampo, al cui posto sono stati inseriti Frisenna e Giunta, un rischio, con il senno del poi, ottimamente calcolato da Modica.

CORRI RAGAZZO CORRI - Occorre battere il ferro fin quando è caldo, quindi è comprensibile la scelta di far ritornare subito al lavoro il gruppo nella mattinata di lunedì, perché la gara con la Turris è programmata per sabato sera e non è consentito avere rilassamenti prima di una scontro diretto così importante. Individuare il migliore in campo con la maglia biancoscudata non è difficilissimo nel caso di Messina-Taranto, perché la prova di Peppe Salvo (8) ruba l’occhio, oltre al cuore, visto che si tratta di un ragazzo messinese capace di dare il massimo con quei colori addosso. Ieri il numero 21 ha messo un mattoncino ulteriore nel suo processo di crescita, che deve proseguire senza voli pindarici o eccessivi entusiasmi, ma acquisendo consapevolezza nei propri mezzi e continuando a lavorare su quei difetti tecnici ancora esistenti, pensando solo al campo e non ad eventuali sirene di mercato, immediate o a fine stagione.

Dal più giovane al più anziano il passo non è breve, dura 21 anni di differenza in età, ma la parata ad inizio ripresa su De Marchi in uscita vale un gol, l’ennesimo evitato da Ermanno Fumagalli (7), che adesso potrà dedicarsi con animo più leggero ai prossimi interventi mediatici nazionali insieme al figlio Jacopo, anche ieri in panchina.

I due centrocampisti centrali non hanno deluso la fiducia riposta in loro dal tecnico, perché Frisenna (7) si esprime bene nelle due fasi, tentando la conclusione con poca fortuna, mentre Giunta (6,5) resta un pizzico sotto il compagno di reparto solo per qualche incertezza di troppo e la fatica dimostrata negli ultimi minuti da un punto di vista atletico, conseguenza, probabilmente, della febbre accusata a inizio settimana.

SETTE VOLTE SENZA MACCHIA - La difesa mette in cascina la settima gara senza subire gol, merito del lavoro collettivo, ma anche dell’applicazione di chi ha composto il reparto arretrato, pur con qualche sbavatura. Il migliore, oltre il fuori categoria che occupava la fascia destra, è stato Polito (6,5), preciso negli interventi e attento a coprire la sua zona, mentre Manetta (6) sembra a volte un po’ contratto e Pacciardi (6) rischia di mettere nei guai i suoi con una leggerezza durante l’ultima fase di gara. Dal 54’ entra in scena Ortisi (6) che prende la sufficienza compensando con l’aiuto assiduo in appoggio ai compagni un paio di incertezze nella posizione che favoriscono altrettante incursioni pericolose dei tarantini sulla sua fascia di competenza.

LA PRIMA LINEA - Infine, i quattro attaccanti, tutti sostituiti durante la partita, perché chiamati a un lavoro molto dispendioso dal punto di vista fisico e atletico. Rosafio (6,5) non riesce a dare la stoccata decisiva nella ripresa, sbagliando conclusioni o passaggi semplici per il suo piede sinistro, ma dà un apporto fondamentale del dare spessore alle giocate offensive della squadra quando il pallone passa dalle sue parti. Negli ultimi 16’, incluso il recupero, nella sua zona subentra Scafetta, non giudicabile ma utilissimo in quel momento per dare respiro alle ripartenze biancoscudate quando il Taranto spingeva per il pari, così come Civilleri, che si piazza davanti alla propria area per respingere di testa o di piede qualunque iniziativa ospite, non appena entra in campo al posto di Emmausso (6,5), autore di una prestazione non stratosferica come quella della settimana scorsa, ma sempre in linea con i suoi standard migliori, mettendo in apprensione sempre la linea arretrata rossoblù non appena arrivava in possesso della sfera.

Luciani (6) si sbatte in modo encomiabile per i 54’ in cui resta sul terreno di gioco con la sfortuna di essere pescato in un offside dubbio che vanifica il gol di rapina segnato al 27’, al 54' subentra Plescia (6,5), subito nel vivo del gioco, determinante nell’azione del gol decisivo, poco rapace al minuto 87 nel concludere in rete uno schema da calcio piazzato. Come detto da Modica nel post gara, servirà recuperare interamente questo ragazzo al più presto, magari ripetendo quanto successo con il match winner di giornata Marco Zunno (7), che non solo si fa trovare al posto giusto nel momento giusto, ma impreziosisce la sua presenza in campo con tante giocate di qualità uscendo solo al 90’ tra gli applausi convinti del pubblico presente, dando spazio a Nino Ragusa (sv), bravo a vestire i panni del soldatino nei minuti di recupero, pur non essendo proprio quelli adatti al talento espresso nella sua carriera. Ma conta anche calarsi nella realtà, che, per il momento, vede l’ex Sassuolo disposto anche a giocare poco pur di poter dare il proprio contributo alla causa.

C'E' UN GRANDE PRATO VERDE - Ultima notazione positiva, non di poco conto, riguarda le condizioni del manto erboso, affidato a una ditta di manutenzione diversa dal mese di novembre scorso ed apparso in buona forma, malgrado le piogge dei giorni scorsi e l’utilizzo, seppur parsimonioso, strappato dal Messina nelle scorse settimane per un paio di sedute di allenamento settimanali. Un piccolo, ma importante, segnale che, anche dalle nostre parti, non occorre solo ricorrere all’emergenza o ad interventi massicci, ma si può ottenere un buon risultato utilizzando al meglio, e con competenza, le risorse disponibili. Sembra ovvio, ma è bene ricordarcelo, ogni tanto.

Sezione: Il focus / Data: Lun 22 gennaio 2024 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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