In merito alla gara Jonica-Avola, preso atto del preannuncio di reclamo da parte della società siracusana, il giudice sportivo si è riservato le decisioni relativamente alla fine anticipata della sfida del “Bucalo” di Santa Teresa di Riva per l’abbandono del campo della squadra giallorossa (all’85’ sul risultato di 0-3) a seguito dell’episodio di razzismo che ha colpito il giocatore locale Alegria.

Presa di posizione della Jonica, che con un comunicato ufficiale ha stigmatizzato e condannato “i cori razzisti continuati e percepiti da tutto lo stadio - provenienti in maniera inequivocabile dal settore ospiti - nei confronti del nostro tesserato Jairo Alegria, al quale esprimiamo la nostra solidarietà. Ci corre l’obbligo precisare che il Città di Avola stava vincendo largamente con merito e che non abbiamo nessuna intenzione di speculare sull’esito sportivo. Non abbiamo mai accusato di razzismo né i dirigenti, né i tesserati della compagine aretusea, né i cittadini avolesi verso i quali abbiamo il massimo rispetto e la cui ospitalità non può essere intaccata dal gesto infausto di qualche singolo soggetto. Riteniamo che la gara è da intendersi sospesa perché il direttore di gara non ha emesso il triplice fischio”.

Non si è fatta attendere la replica del Città di Avola: “Alla nostra società corre l’obbligo smentire e precisare le inesattezze pubblicate via social dalla società Fc Jonica. La partita, giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85’ non è stata sospesa, bensì abbandonata dalla squadra locale, che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta è un atteggiamento antisportivo e altrettanto intollerabile”.

E, ancora, in un secondo comunicato il club ha sottolineato: “Il comportamento della dirigenza Jonica rappresenta un esempio di antisport e anticalcio. Comprendiamo che la situazione sia complessa e delicata e che sia fondamentale affrontare il razzismo in tutte le sue forme. Tuttavia, è altrettanto importante gestire le accuse con chiarezza e onestà. Il fatto che il calciatore non abbia reagito e non si sia fermato durante quella breve scellerata frase razzista può suggerire che non abbia percepito l'incidente come un attacco diretto o che abbia scelto di non dargli importanza. D'altra parte, la reazione dei dirigenti e del presidente, che hanno intimato a mister e squadra di abbandonare il campo, può apparire come una strategia discutibile per ottenere un vantaggio. Tuttavia, la società tiene a precisare che si dissocia dal pseudo tifoso e che ricorrerà in ogni forma e in ogni sede per difendersi da chiunque intenda lederne immagine o meriti sportivi acquisiti in campo”.

Sezione: Eccellenza / Data: Mer 16 ottobre 2024 alle 10:04
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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